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giovedì 4 dicembre 2014

Giuseppe Clericetti, ANDREA GABRIELI. Cessate Cantus. Lettere 1557-1585



Giuseppe Clericetti, ANDREA GABRIELI. Cessate Cantus. Lettere 1557-1585, Zecchini Editore, Varese 2014, pp. 202 con CD allegato, € 20,00 

Dopo la magnifica monografia dedicata a Charles Marie Widor, Giuseppe Clericetti – «la voce di Rete Due» – è tornato alla sua antica passione: il Cinquecento, la cui miccia – come egli stesso chiarisce – «è stata accesa da Luigi Ferdinando Tagliavini nell’ambito di un corso sul madrigale all’Università di Friburgo». La poetica sonora di Andrea Gabrieli è ben conosciuta da Clericetti – autore, tra l’altro, dell’edizione critica dell’integrale della musica per tastiera (Doblinger, Wien) – come palesemente dimostrato dall’articolata introduzione storico-musicale delle 75 Lettere di Andrea Gabrieli. 
Clericetti getta uno sguardo attento e partecipe soprattutto sulle fonti storiche, sugli organi e i temperamenti, sulle prassi esecutive storiche, oltre che – naturalmente – sull’universalità umanistica di cui è ammantato il Rinascimento del dotto Andrea. Gli intestatari delle Lettere sono 58, tra i quali spiccano ben 31 tra esecutori, compositori e trattatisti. Troviamo, infatti, i nomi di: Arcadelt, De Rore, Palestrina Di Lasso, Merulo, Byrd, De Wert, Luzzaschi, Vecchi, Marenzio, Hassler, Vicentino, Zarlino, Galilei, Bottrigari, Artusi, Diruta e Zacconi, etc.. 
È davvero difficile, dopo una lettura attenta, eliminare il “tarlo” che ci ha accompagnato durante l’intero iter tracciato con arte mimetica da Clericetti: ma, l’epistolario sarà un’invenzione letteraria? «Come crederlo fino in fondo» – asserisce Carla Moreni nella Postfazione – «il dubbio affiora dalla, stessa scrittura, che con sapienza e perfidia mischia i registri, scompiglia le carte, irretisce e confonde». Completa l’originalissimo volume – in cui il rigore filologico si coniuga alla perfezione con una sincera passione per le humanae litterae – la registrazione inedita di 14 composizioni tastieristiche di Andrea Gabrieli, interpretate da Maurizio Croci, all’organo Fratti di Berna.