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venerdì 31 dicembre 2010

Preludio d'organo (gennaio 2011)


Johann Kasper Ferdinand Fischer (1656-1746)



PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)

1°gennaio 2011 ore 20, 30



PROGRAMMA



Johann Kasper Ferdinand Fischer (1656-1746)


Praeludium, Allemande, Chaconne e Gigue

dalla Suite n. 3 in re

«Melpomène» - Musa della Tragedia - [Musikalischer Parnassus]



Domenico Zipoli (1688-1726)


Pastorale (Sonate d'Intavolatura per Organo e Cimbalo)

Elevazione [nella trascrizione di Marco Enrico Bossi]



Johann Kasper Ferdinand Fischer (1656-1746)


Suite n. 4 in Si b

«Thalia» - Musa della Commedia - [Musikalischer Parnassus]

(Toccatina, Allemande, Menuet 1 e 2, Balet, Gigue)



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Michele Bosio, organo

giovedì 18 novembre 2010

Dal catalogo TACTUS consigliamo (III)


«Adagio e Cantabile» (Italian Adagios)


Musiche di Albinoni, A. Marcello, Vivaldi, Sebastiani, Donizetti, Respighi, Ravanello, Ranzato, Mulè, Scattolin, Rota, Giarda, Morricone, Salvadori


Violino, Constance Frei

Oboe, Giuliano Giuliani

Arpa, Emanuela Degli Esposti

Organo, Andrea Macinanti

Voce, Angela Troilo


TACTUS TC 670001


Sebbene non si tratti esattamente di una novità (2008), questo disco rappresenta una meravigliosa sorpresa per diversi aspetti.

Sotto il titolo «Adagio e Cantabile» sono riuniti, infatti, alcuni tra gli adagi più famosi della storia della musica (Albinoni-Giazotto, A. Marcello, Vivaldi, Mulè e Morricone), accanto a pagine di rarissima esecuzione e straordinaria dolcezza, quali: Aria di Respighi, Prelude-Berceuse di Ravanello, Preghiera della sera di Ranzato, Elegia di Giarda e di Rota. Nonché brani ad hoc, come quelli composti da Pier Paolo Scattolin e Luca Salvadori.

La tenerezza e la preziosità di questo disco sono rese ancor più palpabili quando si ascolta un'artista di punta della Tactus - l'organista Andrea Macinanti - circondato da affiatatissimi partners - l'oboista Giuliano Giuliani, la violinista Constance Frei e l'arpista Emanuela Degli Esposti - per omaggiare il cinquantesimo anniversario di matrimonio del compianto Serafino Rossi, fondatore dell'etichetta bolognese.

Passare in rassegna tutti i brani sarebbe troppo lungo, ci limiteremo a descrivere i due pezzi in cui gli artisti sono impegnati tutti insieme; creazioni ex-novo di altissima fattura musicale che permettono all'ensemble di sublimare le loro notevoli doti solistiche.

La piccola suite natalizia del direttore d'orchestra, di coro e compositore Pier Paolo Scattolin alterna, nelle sue otto sezioni, due canti popolari calabresi per il tempo natalizio in un susseguirsi di variazioni dal sapore medievaleggiante. La voce mediterranea e riverberante di Angela Troilo, cede il passo ora alla calda cavata di Consance Frei, ora alla morbidezza e fluidità di suono di Giuliano Giuliani; il tutto magistralmente puntillato dal tocco adamantino di Emanuela Degli Esposti sullo sfondo, sapientemente concertato, da Andrea Macinanti.

Il dittico Danze per Circe (Danza notturna e Danza meridiana) del compositore e organista Luca Salvadori impreziosisce ulteriormente la silloge di adagi italiani. L'estro compositivo del maestro romano - famoso per aver collaborato alla creazione di colonne sonore per oltre 40 film - si riversa in una suggestione timbrica dal sapore impressionistico, molto vicino a quella grecità espressa da Debussy nelle sue Chansons de Bilitis. E' soprattutto in questo brano che si riconoscono la raffinata musicalità e la perfetta padronanza del mezzo tecnico parimenti espresse dai membri del «Quartetto Notturno».

Un disco altamente consigliabile, che incontrerà il gusto non solamente degli «iniziati», ma anche di coloro che sono abituati ad ascoltare generi musicali diversi da quelli prettamente organistici.


martedì 2 novembre 2010

Preludio d'organo (novembre 2010)




PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)


6 novembre 2010 ore 17, 30


PROGRAMMA



JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)


- Praeludium in Sol BWV 557

- Praeludium in re BWV 539/1

-Adagio in re BWV 593/2

- Canzona in re BWV 588



ROBERT SCHUMANN (1810-1856)


Fuge in g über den Namen B.A.C.H. op. 60, n. 3


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Michele Bosio, organo


giovedì 28 ottobre 2010

Audizione organistica per cremonaguide



29 ottobre 2010 – Chiesa di S. Omobono (Cremona)


Audizione organistica per cremonaguide



PROGRAMMA




Georg Friedrich Händel (1685-1759)


Sarabande in re HWV 437/IV


Fuga in Do


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Johann Kasper Ferdinand Fischer (1656-1746)


Toccatina, Allemande e Gigue

dalla Suite n. 4 in Si b

«Thalia» - Musa della Commedia - [Musikalischer Parnassus]




Michele Bosio, organo

lunedì 27 settembre 2010

Preludio d'organo (ottobre 2010)


LORENZO PEROSI (1872-1956)





PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)


2 ottobre 2010 ore 17, 30


PROGRAMMA



LORENZO PEROSI (1872-1956)


- Preludio per organo in Fa [04/03/1890]

- Preludio per organo in Mi bemolle [07/03/1890]

- Trio in Mi bemolle (20 Orgel-Trio, 1894)


MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)


- Sonata Ia

[Sei Sonate senza n. d'opus, 1883]


- Dors mon enfant op. 142, n. 1



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Michele Bosio, organo

venerdì 24 settembre 2010

Reubke secondo Luca Scandali


REUBKE

«Complete Works for Piano & Organ»

organo, Luca Scandali

piano, Paolo Marzocchi


Il presente disco ha l'enorme pregio di riunire le opere complete per tastiera di Julius Reubke (1834-1858), una figura di fondamentale importanza per lo sviluppo della tecnica piano-organistica ottocentesca, nonché della rielaborazione e dell'ampliamento della Forma Sonata in Double-Function Form, nel solco della tradizione codificata da Franz Liszt con la celeberrima Klaviersonate in h-moll. Un compositore che, nonostante la sua prematura scomparsa avvenuta all'età di 24 anni, è riuscito a lasciare un'impronta indelebile nella storia della musica grazie alla creazione di due grandi architetture sonatistiche: una per pianoforte, in si bemolle minore, ed una per organo, in do minore. Un nome che è entrato nel repertorio organistico e vi è rimasto sempre, ma che in quello pianistico fatica ad entrarvi ancora oggi.

Coetaneo e compagno del virtuoso Alexander Winterberger (dedicatario, tra l'altro, del celeberrimo Präludium und Fuge über den Namen BACH di Liszt) nella cerchia dei “favoriti” di Hans von Bülow, Reubke passò da Berlino - presso il Conservatorio aveva studiato pianoforte con Theodor Kullak (1818-1882) e composizione con Adolf Bernhard Marx (1795-1866) - a Weimar dove poté perfezionarsi (tra il 1854 ed il 1856) proprio con il leggendario Franz Liszt.

L'influenza del maestro lo portò ad esprimersi in grandi e dilatate forme, come appunto il poema sinfonico per organo; in quest'ottica si colloca l'imponente affresco musicale Der 94. Psalm - grosse Sonate, perfettamente affine alla granitica Fantasia und Fuge über den Choral «Ad nos, ad salutarem undam», sconfinato capolavoro lisztiano.

Un'ampia composizione monotematica divisa in quattro sezioni (Grave, Larghetto - Allegro con fuoco, Grave - Adagio, Lento - Allegro, Più mosso, Allegro assai) sul testo del salmo 94 «Herr Gott, des die rache ist, erscheine», che Reubke stesso suonò il 17 giugno del 1857 sull'organo che Friedrich Ladegast costruì tra il 1853 ed il 1855 per la Cattedrale di Merseburg (Weimar).

Anche la Klaviersonate in b-moll si presenta come un lavoro di ampio respiro modellato sull'illustre esempio lisztiano. La fruizione delle opere pianistiche di Reubke risultava difficile sino all'edizione curata da Paolo Marzocchi e pubblicata nel 2008 per Rugginenti, sulla quale si è basato l'accurato interprete per la parte pianistica di questo prezioso disco.

Luca Scandali ha utilizzato lo strumento costruito da Ladegast tra il 1868 e il 1871 per il Duomo di Schwerin, molto simile a quello di Merseburg e conservatosi praticamente integro fino al restauro avvenuto fra il 1982 e il 1988. Uno degli strumenti più adatti a mettere in luce le peculiari caratteristiche di questo imponente repertorio.

Unendo le proprie notevoli doti artistiche, i due musicisti marchigiani hanno dato prova di grande merito, riuscendo a coniugare tecnica agguerrita e fine musicalità in un ritratto esaustivo dell'estro creativo di Julius Reubke.

Completano il disco alcune pagine «di apprendistato», come il piccolo Trio für Orgel, risalente al 1850; Scherzo e Mazurka per pianoforte risalenti al periodo berlinese, nonché la prima stesura del movimento centrale, Adagio, della grosse Sonate .



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QUALCHE DOMANDA ALL'ORGANISTA LUCA SCANDALI



Maestro Scandali, siamo abituati ad ascoltarla come esecutore di letteratura per tastiera appartenente ai secoli XVI-XVIII, come mai questo «sconfinamento» di repertorio?

In realtà ho sempre proposto brani e autori senza particolari distinzioni circa il periodo storico a cui appartenevano cercando, invece, di seguire altri criteri decisamente più soggettivi. A questo riguardo, molto dipende dalla tipologia e dalle diverse caratteristiche degli strumenti sui quali ci si trova di volta in volta a dover programmare, ad esempio, un concerto o una registrazione. Anche per questo trovo di gran lunga molto più interessante e stimolante il confronto con il repertorio nella sua totalità. Naturalmente, tutto va poi contestualizzato ed approfondito alla luce delle fonti contemporanee in materia di prassi esecutiva, proprio per cercare di rendere la lettura di un brano e di un autore storicamente attendibile e stilisticamente appropriata e questo vale, a mio parere, tanto per la letteratura rinascimentale e barocca quanto per quella romantica. Decisamente, questo è l'aspetto che più mi interessa.


Come nasce l'idea di registrare tutte le opere per pianoforte e per organo di Julius Reubke?

Devo dire che la Sonata per organo è uno dei brani del repertorio organistico che trovo più rappresentativi e interessanti. In particolare, l'idea di registrare l'opera omnia per organo e pianoforte è nata anche grazie all'amico (e compagno di studi nella classe di Composizione) Paolo Marzocchi, che aveva da tempo incluso nei suoi programmi concertistici la Sonata per pianoforte. Abbiamo parlato a lungo di questo progetto; ci sembrava importante poter contribuire alla conoscenza e alla divulgazione dell'opera di un musicista così emblematico, ma stranamente, non abbastanza conosciuto. Un'occasione in più è poi venuta dalla recente riscoperta dell'autografo di un brano inedito, l'Adagio, che risulta essere la prima stesura di quello che diventerà il movimento centrale della Sonata per organo, ritrovato in un album appartenuto a Marie von Sayn-Wittgenstein e custodito presso il Goethe-Schiller Archiv a Weimar. Quest'ultimo brano è stato registrato in prima mondiale.


Su quali edizioni vi siete basati per la vostra registrazione?

Per quanto riguarda l'opera organistica, che ha conosciuto una notevole diffusione, mi sono basato appunto, oltre che sulle fonti disponibili, anche sulla nuova edizione (Wiener Urtext), mentre quella pianistica merita un cenno a parte. Proprio per sottolineare ancora una volta l'inspiegabile scarsa attenzione rivolta a questo autore, soprattutto da parte dei pianisti, occorre dire che, fino al 2008, mancava anche un'edizione completa dell'opera pianistica. In seguito a un lungo e attento studio delle fonti, Paolo Marzocchi ha pubblicato per Rugginenti la nuova edizione dell'intero corpus pianistico, sulla quale è basata la presente registrazione.


Ci sono in cantiere altri dischi monografici su compositori dell'otto-novecento?

Attualmente sono molto interessato al primo romanticismo tedesco, repertorio purtroppo non molto conosciuto e valorizzato a partire proprio dagli organisti. Ma vorrei dedicarmi anche al repertorio italiano del XIX secolo, che comprende pagine di grande interesse musicale.


giovedì 29 luglio 2010

Preludio d'organo (agosto 2010)



N. B.

CAUSA GRAVI PROBLEMI DI FUNZIONAMENTO DELLO STRUMENTO,
IL PROGRAMMA HA SUBITO UN SOSTANZIALE CAMBIO.

IL SEGUENTE PROGRAMMA MONOGRAFICO [BOSSI]
SARA' RECUPERATO IN DATA DA DEFINIRSI



Visita guidata all'organo di S. Luca con la classe 2a elementare del «Boschetto»

PRELUDIO D'ORGANO

IN SAN LUCA

Giuseppe Rotelli (1901)


7 agosto 2010 ore 17, 30


PROGRAMMA


«Accademia Ceciliana [II]»



VINCENZO ANTONIO PETRALI (1830-1889)


N° 5 Versetti ad organo pieno pel Magnificat



MARCO ENRICO BOSSI (1861-1925)


Interludio in memoriam Petrali

[senza n. d'opus, 1911]

Sonata Ia

[Sei Sonate

senza n. d'opus, 1883]

Fatemi la grazia

Preghiera

[senza n. d'opus, 1909]

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Michele Bosio, organo


domenica 25 luglio 2010

Come tanti e alati petali di cielo



Con particolare piacere segnaliamo un evento - unico nel suo genere - presentato per la prima volta a Bergamo nel marzo scorso e replicato con successo a Caravaggio due mesi dopo, che ha visto protagonista l'estro creativo del maestro bergamasco Alessandro Bottelli, al quale auguriamo nuovi e meritati successi!





COME TANTI E ALATI PETALI DI CIELO

Sacra fioritura in musica per soli, coro di voci bianche e strumenti

(ispirata alla Pala di S. Bernardino di Lorenzo Lotto – Bergamo, 1521)


Idea originale e libretto di Alessandro Bottelli

Musica di Giordano Bruno Ferri





Ferri, Bottelli, Trovesi



La Chiesa di S. Bernardino in Pignolo a Bergamo custodisce da secoli una delle opere più straordinarie concepite da Lorenzo Lotto durante il suo soggiorno in terra orobica. Si tratta di una pala d’altare in cui sono raffigurati, oltre alla Madonna con il Bambino, i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Antonio Abate e cinque angeli: quattro impegnati a sollevare un regale drappo verde e uno collocato ai piedi del trono, nell’atto di scrivere qualcosa sulla pagina di un libro. Lo sfondo, splendido, è un cielo che ha tutta la purezza e l’intensità delle cose dette per la prima volta.

Nell’incantevole bellezza della sua forma e nella stupefacente generosità dei suoi colori, il dipinto sembra aver congelato ogni prospettiva di dialogo tra i personaggi, definiti da gesti ed espressioni che intessono trame di possibile comunicazione.

L’idea di una composizione concertistica che partisse dal capolavoro del pittore veneziano e da lì prendesse le mosse per creare qualcos’altro, utilizzando la parola e i suoni come mezzi privilegiati per dare voce a quello che nel dipinto è solo accennato, trattenuto, nasce proprio da queste semplici ma fondamentali osservazioni.

In Come tanti e alati petali di cielo si ha modo di ascoltare, accanto a brani più spiccatamente strumentali, il dialogo tra San Giovanni Battista e Sant’Antonio (Duetto), le profonde meditazioni di San Giuseppe sul senso della sua eccezionale esperienza di uomo e marito (Aria), l’estasi di San Bernardino di fronte alla visione della Verità (Aria recitata), ma anche la storia dell’angelo scrivente (Aria recitata), così diverso dagli altri suoi fratelli celesti che svolazzano liberamente sopra le teste dei presenti (Coro) o le parole che Gesù Bambino rivolge a Maria e viceversa, in un continuo intrecciarsi di frasi e pensieri, culminante nel grande concertato finale in cui tutti i personaggi della pala lottesca canteranno contemporaneamente testi diversi.

Ispirandosi al genere musicale dell’oratorio, la partitura di questa «Sacra fioritura in musica» include, oltre a sette voci soliste (due voci bianche, soprano, due tenori, baritono, basso) e a un coro di voci bianche, strumenti dalla connotazione antica (flauto dolce, liuto, organo positivo) insieme ad altri più vicini al sound contemporaneo (saxofono), nell’intento evidente di unire tradizione e modernità in un binomio indissolubile.

Il progetto è frutto di una nuova collaborazione tra il poeta e scrittore Alessandro Bottelli, autore dei testi, e il compositore Giordano Bruno Ferri, la cui pluriennale intesa ha già portato alla realizzazione di numerosi lavori poetico-musicali, due dei quali (I piccioni di Puccini, Un micio tutto riccio) eseguiti con successo nell’ambito delle passate stagioni di Gioventù Musicale.

Del tutto particolare è stata la presenza, all’interno della compagine orchestrale, del noto jazzista bergamasco Gianluigi Trovesi, impegnato sia in qualità di improvvisatore che di esecutore.

La direzione è stata affidata a Stefano Montanari, primo violino concertatore dell’«Accademia Bizantina», nonché eccellente interprete soprattutto del repertorio barocco, che nel gennaio di quest’anno ha diretto L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti in una tournée nei maggiori teatri del Giappone.

Sabina Belperio e Gloria Radaelli sono state le voci bianche soliste, insieme al soprano Veronika Králová, i tenori Livio Scarpellini e Massimiliano Di Fino, il baritono Piermarco Viñas, il basso Gabriele Sagona.

Tra gli altri interpreti vocali, un ruolo di primo piano ha avuto la Schola cantorum «Il flauto magico» preparata e diretta da Elisa Fumagalli, insegnante di canto corale per voci bianche presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali «Gaestano Donizetti» di Bergamo. All’organo positivo, Giovanni Togni.

martedì 22 giugno 2010

E che dire Bondi? Mah!




Riportiamo per intero l'articolo del musicologo Carlo Vitali in merito alla grave situazione della cultura musicale in Italia, così come è stato pubblicato sul numero di giugno della rivista «MUSICA»



La polemica di giugno 2010


Il decreto Bondi? Da rottamare



Si può citare l’art. 9 della Costituzione, parlare di valori culturali indisponibili, di patrimonio in pericolo. Cose sacrosante, ma nel clima di psicosi sui costi e i deficit della lirica, creato ad arte da una comunicazione asservita, crediamo occorra rovesciare il tavolo per sventare una manovra che anzitutto è politica, meglio: di regime. Se accountability dev’essere, si consideri il caso delle società di calcio professionistiche (si badi bene: quotate in Borsa). Stime pubblicate alla chiusura del campionato 2009 denunciavano per i club di serie A una perdita aggregata di almeno 300 milioni di euro. Senza contare i costi pesantissimi per l’ordine pubblico, rimasti a carico dello Stato. La Consob ha nulla da dichiarare? Il ministro delle Finanze proporrà rivalse, commissariamenti di squadre, decreti-legge per un riordino del settore? Oppure l’influenza A, rivelatasi fra le più blande degli ultimi decenni: 400 milioni pagati all’azienda farmaceutica Novartis per un vaccino inutile che sta scadendo nei magazzini.
Di contro: il Fondo unico per lo spettacolo dal vivo ammonterà nel 2010 a circa 415 milioni, di cui alle Fondazioni lirico-sinfoniche toccherà il 47,5% del totale: un po’ meno di 200 milioni. Di circa 200 milioni è anche lo stock di debito accumulato in dodici anni da tutte le suddette Fondazioni. Con questi ordini di grandezza, c’era proprio bisogno di una decretazione d’urgenza che viola i principi della legislazione vigente (l’ormai decotta legge Veltroni), l’autonomia negoziale delle parti sociali, le competenze del Parlamento?
Sì, perché la chiave di tutta la manovra – che al momento in cui scriviamo è ancora in alto mare – sta nel sottovalutato art. 4 del decreto Bondi, là dove esso recita: « Il Ministro per i beni e le attività culturali ridetermina [...] i criteri per l’erogazione dei contributi dello spettacolo dal vivo, nonché le modalità per la loro liquidazione e anticipazione ». Si vuole federalizzare lo Stato, si è già regionalizzata (malamente) la sanità, ma teatro, cinema, lirica, musica, circo e quant’altro dovranno dipendere da un uomo solo al comando: lo statista-poeta di Fivizzano, con una somma di poteri paragonabile solo a quella del compagno Zdanov. Al servizio e nell’interesse di chi, non è difficile capire. Non esiste alternativa praticabile alla rottamazione di questo decreto; dopodiché si dovrà varare in tempi brevi una legge organica di riforma, più che mai necessaria.


Carlo Vitali