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martedì 5 agosto 2008

Memorie di grandi pianisti in concerto (1): Grigory Sokolov


Grigory Sokolov


Grandiosa ed indimenticabile serata concertistica, quella di venerdì 28 marzo 2003, grazie ad una delle più grandi personalità del pianismo russo, Grigory Sokolov, il quale ha saputo infiammare il numeroso pubblico del Teatro «Ponchielli»  a Cremona.


E’ naturale, quando si ha la fortuna di potere ascoltare un pianista così perfetto nella cura delle dinamiche sonore - tanto da far dimenticare che il pianoforte è uno strumento a corde percosse, perché il suono che da esso ricava è più vicino a quello della voce umana o di uno strumento a fiato - vengono rapiti e sedotti dall’inebriante melos, non solamente gli orecchi più colti, ma  tutti coloro che sono sensibili al Bello.


Una incredibile lezione di gusto, serietà e  compostezza, quella dispensata da Sokolov.

Oggi, pianisti con una forte tensione artistica se ne vedono e se ne sentono sempre di meno in giro. E’ chiaro, abili giocolieri della tastiera si possono ancora trovare, ma musicisti veri, che pari grado possiedono una tecnica perfetta, un suono perlato e smagliante, uniti ad una mente analitica e pulsante, era sicuramente più facile trovarne in passato. Sokolov, però, sembra essere una proverbiale eccezione a questa “quasi-regola”. 


Assai interessante ed articolato il programma proposto. 

Il cesello sonoro di Sokolov ha restituito la Sonata in la BWV 985 di Johann Sebastian Bach, di gusto tipicamente italiano, e la Ciaccona per violino solo trascritta per pianoforte, non da Ferruccio Busoni, bensì da Johannes Brahms.

Seconda parte beethoveniana, protagoniste, le due Sonate op. 14 e la Sonata op. 28.

Incantevole, come sempre, il suono adamantino di Sokolov ha saputo evidenziare il classicismo del primo periodo di Beethoven, ma anche sottolineare la processualità della forma, misura e guida nella musica del «Genio di Bonn».


Lo “Zar” del pianoforte, nonostante avesse suonato per quasi due ore, ha concesso generosamente cinque bis, tra i quali hanno spiccato per acrobaticità, la Toccata di Maurice Ravel da Le Tombeau de Couperin, e, per raffinatezza e galanteria, Soeur Monique di François Couperin.

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