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lunedì 23 giugno 2008

Alcune considerazioni numerologiche sulle Variazioni Goldberg BWV 988 di Johann Sebastian Bach



Aria con diverse [30] variazioni per cembalo a 2 manuali, lavoro più noto come Variazioni Goldberg, appartiene ad un progetto compositivo di Johann Sebastian Bach molto ampio e variegato. 

Tale lavoro del Kantor si chiama Klavier-Übung [Esercizio per Tastiera], intitolazione generica di una raccolta a stampa divisa in 4 parti di musica per strumenti a tastiera, che venne pubblicata in parta a Lipsia ed in parte a Norimberga tra il 1731 ed il 1741, e che costituisce la summa dei generi e delle forme compositive per  Klavier  (cembalo e/o organo). 


Klavier-Übung

Parte I: 6 Partite BWV 825-830 (Lipsia, 1731); Parte II: Concerto italiano BWV 971 e Ouverture nello stile francese BWV 831 (Norimberga, 1735); Parte III: Messa per organo sui 2 Catechismi di Martin Luther BWV 552, 669-689, 802-805 (Lipsia, 1739); Parte IV: Variazioni Goldberg BWV 988 (Norimberga, 1741-1742?).


Secondo una notizia riferita da Nikolaus Forkel (Über Johann Sebastian Bachs Leben, Kunst, und Kunstwerke, Lipsia 1802) l’Aria con diverse variazioni sarebbe stata scritta per un allievo di Bach, Johann Gottlieb Goldberg (1727-1756), impiegato come clavicembalista presso il conte Hermann von Keyserligk (ambasciatore di Russia a Dresda), con lo scopo di intrattenere il conte durante le ore di insonnia. Da questa notizia, meglio dire leggenda, sarebbe derivato l’appellativo di Goldberg Variationen (letteralmente variazioni di Goldberg). La mancanza di una dedica formale a Keyserligk (come richiedeva il protocollo settecentesco) e la giovane età di Goldberg (allora quattordicenne) in rapporto alla complessità dell’opera sono indicativi di un lavoro non commissionato, ma di un’opera fin dall’inizio facente parte del progetto del Klavier-Übung.


Le Variazioni Goldberg costituiscono anche il primo tassello delle opere tarde di Johann Sebastian Bach, cioè delle composizioni risalenti all’ultimo decennio di vita del Kantor (1740-1750). Si tratta di tutte opere speculative, giocate cioè sulla considerazione scientifica della musica


Con le Variazioni Goldberg (1741-1742), il Clavicembalo ben temperato II parte (1744), le Variazioni canoniche (1746-1747), composizione astratta per eccellenza, saggio di ammissione (giugno 1747) alla Società delle Scienze Musicali di Lipsia, l’Offerta musicale (1747), i 18 Corali di Lipsia (1747-1749) e l’Arte della fuga (1750) Bach giunse alla perfetta disciplina interiore, all’autocontrollo della fantasia, all’umiliazione dell’istinto. Per arrivare a ciò egli percorse a ritroso il cammino della storia rifacendosi alle fonti pure della polifonia, proponendosi un “ritorno all’antico” che, pur nella sua genuinità ed individualità, non produsse alcuna reazione nella realtà musicale del suo tempo e rimase isolato ed inascoltato.


 VARIAZIONI GOLDBERG  BWV  988


I 30 numeri delle Goldberg variano un’aria in forma di passacaglia, cioè con un basso ostinato formato da 32 battute. Tale basso proviene dalla Ciaccona con 62 variazioni HWV 442 per cembalo di Georg Friedrich Händel, o meglio, le prime 18 battute sono identiche tra loro. 

Bach rielaborò l’originale basso ostinato in modo che fornisse il sostegno armonico ad un’aria nel tempo di sarabanda la cui coinvolgente melodia distraesse ingegnosamente dal basso: vera spina dorsale della struttura che forma il ciclo di 30 variazioni.

Le Goldberg hanno una struttura assolutamente simmetrica e matematicamente definita: 32 sono le battute del basso, 32 sono i numeri complessivi dell’opera (Aria, 30 variazioni, Aria da capo) e 32 è anche il numero complessivo delle pagine dell’opera.

Alla base delle Variazioni Goldberg sta il numero 3 (numero perfetto, trinitario per eccellenza, trascendente, il tempo perfetto della musica medievale-rinascimentale; l’aristotelica unità d’azione: Aria nella molteplicità degli accadimenti: Variazioni) ed i suoi multipli.

L’aria viene variata in 30 modi diversi (variazioni), ogni gruppo di 3 variazioni viene chiuso dalla terza variazione in forma di canone (3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24, 27). I gruppi composti ciascuno da 3 variazioni sono 10, ma quelli conclusi da una variazione canonica sono 9 (dal canone all’unisono sino a quello alla nona), poiché la variazione numero 30 non è in forma di canone, ma di quodlibet

Il quodlibet sfrutta la linea melodica del basso di passacaglia alla quale vengono sovrapposte due linee melodiche derivate da altrettanti canti popolari, in tutto 3 linee melodiche diverse tra loro per la variazione 30. Non dimentichiamo anche che l’aria e le variazioni sono quasi tutte in tonalità maggiore, Sol, e che solamente 3 variazioni sono in tonalità minore, sempre sol (15, 21, 25). 

Potrebbe apparire azzardata l’ipotesi che le Goldberg oltre a basarsi sul numero 3 (la Trinità, il Padre il Figlio e lo Spirito Santo; Dio: uno e trino, l’unità nella molteplicità) si basino anche sul numero 5 (l’uomo, i 5 sensi, le 5 dita). In questo caso si potrebbe pensare al 32 (battute, pagine, numeri), 3+2=5, ma anche al 10 (ciclo di 3 variazioni articolato in 10 gruppi), 5x2=10/10:2=5. Se così si pensasse, parrebbe plausibile accostare la sfera divina a quella umana, la trascendenza a l’immanenza, le variazioni sono 30=3x10 (3+2=5x2=10x3=30), ma questa è una personale opinione!


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